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Paper di Fondazione Agnelli - Come procede l'integrazione dei figli degli immigrati?
I dati del MIUR (Ministero dell’Istruzione, Università e Ricerca) rivelano come stia procedendo, tra luci e ombre, la loro integrazione scolastica. Nella fotografia della presenza dei figli dell’immigrazione sui banchi di scuola meritano particolare attenzione i tassi di scolarità e i ritardi accumulati dagli studenti di origine straniera a seguito di inserimenti in classi inferiori o di bocciature.
Le più recenti rilevazioni INVALSI (Istituto Nazionale per la Valutazione del Sistema Educativo di Istruzione e Formazione) indicano che il ritardo dei figli degli immigrati è consistente anche sul piano degli apprendimenti: si dimostrano significative differenze a seconda del luogo di nascita (Italia/estero) e del tipo di prova sostenuta (lettura/matematica).
Quali sono le cause e quali le conseguenze delle scelte effettuate dalle famiglie straniere per i propri figli?
Anche per effetto dei ritardi accumulati nelle scuole del primo ciclo, i figli degli immigrati si stanno orientando in prevalenza – e vengono orientati – verso la formazione tecnica e professionale; rispetto agli italiani rivelano dunque una minore propensione alla prosecuzione degli studi. Alcune proposte di policy possono invertire la tendenza.
Queste riguardano sia gli indirizzi di politica scolastica (nuovi criteri per l’inserimento in corso d’anno degli studenti stranieri e rafforzamento dell’italiano scritto come indispensabile strumento di studio), sia ambiti extra-scolastici (percorsi meno accidentati per l’acquisto della cittadinanza italiana).
La posta in gioco è alta: è facile pronosticare che il grado di integrazione dei figli dell’immigrazione nella società italiana avrà un’influenza non secondaria sulla qualità del capitale umano di cui disporremo per affrontare le sfide dei prossimi decenni.
[...]
> Continua a leggere sul sito della Fondazione Agnelli
Seconde generazioni e scuola italiana
01/01/2012 (FACOLTATIVA)

I dati del MIUR (Ministero dell’Istruzione, Università e Ricerca) rivelano come stia procedendo, tra luci e ombre, la loro integrazione scolastica. Nella fotografia della presenza dei figli dell’immigrazione sui banchi di scuola meritano particolare attenzione i tassi di scolarità e i ritardi accumulati dagli studenti di origine straniera a seguito di inserimenti in classi inferiori o di bocciature.
Le più recenti rilevazioni INVALSI (Istituto Nazionale per la Valutazione del Sistema Educativo di Istruzione e Formazione) indicano che il ritardo dei figli degli immigrati è consistente anche sul piano degli apprendimenti: si dimostrano significative differenze a seconda del luogo di nascita (Italia/estero) e del tipo di prova sostenuta (lettura/matematica).
Quali sono le cause e quali le conseguenze delle scelte effettuate dalle famiglie straniere per i propri figli?
Anche per effetto dei ritardi accumulati nelle scuole del primo ciclo, i figli degli immigrati si stanno orientando in prevalenza – e vengono orientati – verso la formazione tecnica e professionale; rispetto agli italiani rivelano dunque una minore propensione alla prosecuzione degli studi. Alcune proposte di policy possono invertire la tendenza.
Queste riguardano sia gli indirizzi di politica scolastica (nuovi criteri per l’inserimento in corso d’anno degli studenti stranieri e rafforzamento dell’italiano scritto come indispensabile strumento di studio), sia ambiti extra-scolastici (percorsi meno accidentati per l’acquisto della cittadinanza italiana).
La posta in gioco è alta: è facile pronosticare che il grado di integrazione dei figli dell’immigrazione nella società italiana avrà un’influenza non secondaria sulla qualità del capitale umano di cui disporremo per affrontare le sfide dei prossimi decenni.
[...]
Stefano Molina
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