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Il nostro impegno per Parigi
01/01/2012 (FACOLTATIVA)
Davanti al massacro di Parigi, che si configura come un vero atto di guerra nel cuore dell'Europa, oltre a manifestare la nostra completa solidarietà al popolo francese, auspichiamo azioni volte a debellare ogni forma di terrorismo ma anche riflessioni immediate e momenti di approfondimento nelle scuole, consapevoli che potranno recare contributi in grado di rafforzare risposte unitarie, capaci di coinvolgere alunni di ogni cultura e fede religiosa, senza scendere sui piani della violenza e dell'orrore come vorrebbero gli strateghi del terrore.
Riportiamo per questo integralmente alcuni imperativi che Carlo Maria Martini ci ha lasciato e che costituiscono, nella loro triste attualità, un impegno fondamentale per noi tutti.
Alcuni imperativi immediati
1. Abbiamo anzitutto un grande bisogno di percepire dentro di noi una fontana zampillante di pace
che ci apra alla fiducia nella possibilità di passi concreti e semplici verso un cambiamento
di stile di vita e di criteri di giudizio, unica via a un cammino serio di pace.
Evitiamo di lasciarci intorpidire da un clima consumistico prenatalizio
che rischia di farci rimuovere le domande serie emerse da questi fatti drammatici.
2. Per evitare di essere trascinati, magari non intenzionalmente, in uno scontro di civiltà,
occorrerà esercitarsi nell’arte del dialogo, che parte da una chiara coscienza della propria identità
e della ricchezza dei linguaggi con cui esprimerla e renderla accessibile smontando i pregiudizi,
i cavilli e le false comprensioni.
3. Per questo sarà importante imparare a conoscere le altre religioni, in particolare l’Ebraismo e l’Islam, scrutando di ciascuna la storia, la letteratura, le ricchezze spirituali, le profondità mistiche, il pluralismo espressivo, anche quello sociale e politico.
4. Soprattutto occorrerà educare a gesti, pensieri e parole di perdono, di comprensione e di pace, usando tolleranza zero per ogni azione che esprima sentimenti di xenofobia, di antisemitismo, di minor rispetto
di qualunque sentimento e tradizione religiosa.
Questo richiede che anche gli altri rispettino e apprezzino quei segni religiosi che sono stati e sono tuttora per noi la via e il simbolo che ci permette oggi di offrire a tutti ospitalità e pace.
5. È superfluo ricordare quanto la scuola e l’università siano chiamate a educare al dialogo, al confronto sereno, per aiutare a riflettere motivatamente sui gravi problemi in discussione a livello internazionale,
ma anche nazionale e regionale (e non soltanto perciò sui temi della pace e della guerra, ma anche oggi
su temi per noi gravi e urgenti come la giustizia e la sanità). Grande sarà in questo senso il compito
e la responsabilità dell’autonomia scolastica.
Carlo Maria Martini
Figli di Abramo - Noi e l’Islam
Introduzione di Massimo Cacciari