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07/10/2014
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La voce dello studente: un’arma in più per riformare la scuola?
01/01/2012 (FACOLTATIVA)
Molte volte la voce dei ragazzi trova ascolto unicamente agli antipodi del loro percorso di crescita, fatto, si sa, di cadute e risalite atte a formare la personalità.
Si sente dunque parlare di eccellenze – quei “bravi ragazzi” che sanno cogliere al volo la liaison fra talento ed opportunità – e sofferenze – gli animi fragili che attraversano con passo più lento gli angoli bui di un’adolescenza dilatata –, lasciandosi prendere la mano da un certo piglio omologante.
Tuttavia, nel mezzo si trova un mondo stimolante composto da identità varie, curiosamente acerbe ma ricche di motivazioni nuove, fresche.
Ecco perché aiutare gli studenti ad esprimersi, ascoltando la propria soggettività, può essere per la scuola di oggi uno dei primi passi verso l’impegno al cambiamento, tornando ad un “saper dire” che porti al “saper fare”.
Chiara Gemma (professore associato alla Facoltà di Scienze dell’Educazione di Bari), durante la 53esima edizione di Scholé, ha esposto un progetto mirato alla partecipazione piena dello studente e modulato proprio dall’ascolto del suo sentire in un rapporto di reciprocità tra maestro ed allievo.
Si sente dunque parlare di eccellenze – quei “bravi ragazzi” che sanno cogliere al volo la liaison fra talento ed opportunità – e sofferenze – gli animi fragili che attraversano con passo più lento gli angoli bui di un’adolescenza dilatata –, lasciandosi prendere la mano da un certo piglio omologante.
Tuttavia, nel mezzo si trova un mondo stimolante composto da identità varie, curiosamente acerbe ma ricche di motivazioni nuove, fresche.
Ecco perché aiutare gli studenti ad esprimersi, ascoltando la propria soggettività, può essere per la scuola di oggi uno dei primi passi verso l’impegno al cambiamento, tornando ad un “saper dire” che porti al “saper fare”.
Chiara Gemma (professore associato alla Facoltà di Scienze dell’Educazione di Bari), durante la 53esima edizione di Scholé, ha esposto un progetto mirato alla partecipazione piena dello studente e modulato proprio dall’ascolto del suo sentire in un rapporto di reciprocità tra maestro ed allievo.