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09/10/2013
3
Dal Gruppo
Rapporto Eurydice,”Key Data on Teachers and School Leaders in Europe – 2013
01/01/2012 (FACOLTATIVA)
Sistemo scolastici europei a confronto
L’ultimo rapporto della rete Eurydice,”Key Data on Teachers and School Leaders in Europe – 2013” offre una panoramica sulle condizioni di lavoro di insegnanti e capi d’istituto e sulle possibilità di sviluppo presenti nelle scuole. Un’analisi che presenta spunti di riflessione utili per migliorare le condizioni e la qualità dell’insegnamento, obiettivo centrale del quadro strategico della Commissione europea per la cooperazione nel settore dell’istruzione e della formazione (ET 2020).
Il rapporto [EACEA]
L'abstract [EACEA]
Il rapporto descrive il ciclo di vita di un insegnante in Europa dalla formazione al pensionamento.
In generale, occorre un diploma d'istruzione superiore di primo livello (bachelor) per insegnare e solo per le scuole superiori di livello secondario serve un diploma d'istruzione superiore di secondo livello (master). Il percorso formativo quindi va dai quattro ai sette anni e non sono molto diffusi programmi alternativi a ciclo breve.
Per gli studenti che vogliono intraprendere questo percorso professionale, nella maggior parte dei Paesi non esistono criteri di selezione o esami di ammissione particolari; mentre è più specifica la preparazione necessaria ai formatori degli insegnati che, nella metà dei Paesi europei, devono essere a loro volta qualificati come insegnanti.
In 17 Paesi, tra quelli analizzati, sono obbligatori programmi di accompagnamento e formazione per i neo assunti, utili anche a ridurre il rischio di abbandono della professione.
Gli insegnanti, circa il 2,1% della popolazione attiva in Europa, molto spesso non hanno riconosciuto lo status di dipendente pubblico di carriera con incarico a vita, anche se previsto dal proprio Paese. Sono sempre più assunti con modalità di reclutamento aperto, direttamente dalle scuole e dalle autorirà educative locali, con contratti che possono restare a tempo determinato.
Dei 5 milioni d'insegnanti presenti in Europa, le donne sono la quota più numerosa, ma le posizioni di leadership scolastica sono occupate per lo più da uomini.
Leadership scolastica che è condivisa da un'équipe: uno o più vice capi d'istituto, un assistente amministrativo o contabile e il capo d'istituto steso. Per essere nominati capi d'istituto occorre un’esperienza di insegnamento di almeno cinque anni oltre a quella amministrativa o una specifica formazione per dirigenti.
L’orario medio di servizio da contratto prevede 35-40 ore settimanali di lavoro, che deve comprendere le ore minime di insegnamento (da 12 a 36) più quelle previste per riunioni, correzioni e preparazione del lavoro. Molto lavoro ma stipendi base minimi lordi, spesso inferiori al PIL pro capite del proprio Paese.
È molto importante lo sviluppo professionale continuo per gli insegnanti; per questo spesso le scuole sono obbligate ad avere piani di sviluppo professionale, necessari anche per aumenti di stipendio e avanzamenti di carriera.
L’ultimo rapporto della rete Eurydice,”Key Data on Teachers and School Leaders in Europe – 2013” offre una panoramica sulle condizioni di lavoro di insegnanti e capi d’istituto e sulle possibilità di sviluppo presenti nelle scuole. Un’analisi che presenta spunti di riflessione utili per migliorare le condizioni e la qualità dell’insegnamento, obiettivo centrale del quadro strategico della Commissione europea per la cooperazione nel settore dell’istruzione e della formazione (ET 2020).
Il rapporto [EACEA]
L'abstract [EACEA]
Il rapporto descrive il ciclo di vita di un insegnante in Europa dalla formazione al pensionamento.
In generale, occorre un diploma d'istruzione superiore di primo livello (bachelor) per insegnare e solo per le scuole superiori di livello secondario serve un diploma d'istruzione superiore di secondo livello (master). Il percorso formativo quindi va dai quattro ai sette anni e non sono molto diffusi programmi alternativi a ciclo breve.
Per gli studenti che vogliono intraprendere questo percorso professionale, nella maggior parte dei Paesi non esistono criteri di selezione o esami di ammissione particolari; mentre è più specifica la preparazione necessaria ai formatori degli insegnati che, nella metà dei Paesi europei, devono essere a loro volta qualificati come insegnanti.
In 17 Paesi, tra quelli analizzati, sono obbligatori programmi di accompagnamento e formazione per i neo assunti, utili anche a ridurre il rischio di abbandono della professione.
Gli insegnanti, circa il 2,1% della popolazione attiva in Europa, molto spesso non hanno riconosciuto lo status di dipendente pubblico di carriera con incarico a vita, anche se previsto dal proprio Paese. Sono sempre più assunti con modalità di reclutamento aperto, direttamente dalle scuole e dalle autorirà educative locali, con contratti che possono restare a tempo determinato.
Dei 5 milioni d'insegnanti presenti in Europa, le donne sono la quota più numerosa, ma le posizioni di leadership scolastica sono occupate per lo più da uomini.
Leadership scolastica che è condivisa da un'équipe: uno o più vice capi d'istituto, un assistente amministrativo o contabile e il capo d'istituto steso. Per essere nominati capi d'istituto occorre un’esperienza di insegnamento di almeno cinque anni oltre a quella amministrativa o una specifica formazione per dirigenti.
L’orario medio di servizio da contratto prevede 35-40 ore settimanali di lavoro, che deve comprendere le ore minime di insegnamento (da 12 a 36) più quelle previste per riunioni, correzioni e preparazione del lavoro. Molto lavoro ma stipendi base minimi lordi, spesso inferiori al PIL pro capite del proprio Paese.
È molto importante lo sviluppo professionale continuo per gli insegnanti; per questo spesso le scuole sono obbligate ad avere piani di sviluppo professionale, necessari anche per aumenti di stipendio e avanzamenti di carriera.